“Una domanda che potrebbe sorgere spontanea è “perché fare questa esperienza”? Semplicemente perché questa esperienza è unica, originale, molto stimolante e che addirittura molti adulti vorrebbero fare! Non capita tutti i giorni fare attività nelle quali i ragazzi sono i protagonisti in assoluto.  Questa esperienza apre la mente, in sole due settimane abbiamo approfondito e imparato cose nuove, abbiamo fatto un grande lavoro cercando di raggiungere una maggiore consapevolezza di sé stessi, abbiamo capito l’importanza delle emozioni e abbiamo ragionato sul fatto che tutte le emozioni sono fondamentali, piacevoli e non piacevoli, e che bisogna imparare ad accettarle e a gestirle, abbiamo poi lavorato sulla relazione con gli altri, sulla collaborazione, sull’importanza dell’empatia…” (Annamaria)

Nel mese di Aprile e Maggio 2021 la classe 3° A del liceo G. Veronese, indirizzo scienze umane, ha avuto modo di svolgere le ore di PCTO (progetto competenze trasversali e di orientamento) presso Titoli Minori. Il progetto si è svolto nell’area di prevenzione della cooperativa, in collaborazione con il Ser. D., nell’ambito del progetto di peer education “Life On”. Dal 12 al 28 aprile 2021 la classe ha svolto 48 ore di formazione presso un locale della parrocchia della Navicella a Sottomarina. Gli educatori professionali dell’area hanno offerto ai ragazzi una formazione sulla peer education;  la formazione si è svolta attraverso attività ed esperienze tratte dalla pedagogia esperienziale, l’intelligenza emotiva e la pedagogia teatrale. Dopo una prima parte conoscitiva del singolo e del gruppo ci si è soffermati sulle life skills, emotive, relazionali e cognitive, come competenze di base necessarie ad un peer per intervenire a favore dei coetanei. La peer education è uno strumento educativo molto efficace tra i ragazzi, prevede che i ragazzi stessi, poiché vicini di età, siano conduttori di interventi su tematiche legate l’adolescenza, le dipendenze, la prevenzione. Questo lo scopo del periodo di alternanza, progettare degli interventi di prevenzione su alcol e gioco d’azzardo da proporre a tutte le classe prime e seconde del liceo G. Veronese. E’ stata un’esperienza molto forte vissuta in presenza rispettando tutte le regole anti Covid (mascherine e distanziamenti); è stato molto intenso lavorare in gruppo dopo le numerose ore trascorse dalla classe in Dad. I ragazzi si sono ritrovati in presenza a trattare temi molto vicini alla loro età e quindi molto sentiti e partecipati. Abbiamo avuto due giornate di formazione specifica dedicate all’alcol e al gioco d’azzardo gestite dall’educatrice del SerD la dott.ssa Silvia Ballarin. E’ stato molto interessante vedere la curiosità dei ragazzi nel trattare queste tematiche soprattutto nella scoperta di tanti aspetti nuovi e sconosciuti. Gli ultimi tre giorni sono stati di progettazione educativa specifica degli interventi da tenere nelle classi prime e seconde. Dall’8 al 15 maggio, divisi a coppie, i ragazzi sono entrati nelle prime e seconde a tenere in autonomia delle brevi formazioni e giochi su alcol e gioco d’azzardo. L’alternanza scuola-lavoro è un’occasione di crescita e di orientamento per i ragazzi; siamo certi che lavorare con loro partendo dalla consapevolezza di sé e sperimentando la relazione con gli altri, coltivando empatia e ascolto siano le chiavi giuste per renderli protagonisti. Abbiamo avuto la conferma che gli adolescenti sanno essere molto propositivi e partecipativi se trovano un clima di fiducia e serenità. Stare a fianco ai ragazzi non è sempre semplice ma è possibile; renderli protagonisti di un’esperienza e non solo passivi interlocutori può fare la differenza. Se accompagnati nel riconoscimento dei loro limiti e dei loro punti di forza si possono ottenere dei grandi risultati. Soprattutto quando si trattano temi quali le dipendenze e i comportamenti a rischio c’è bisogno di aiutarli a coltivare il benessere partendo da loro stessi, dal validare le emozioni e dal riconoscere le conseguenze delle loro scelte. Il progetto si è concluso con grande entusiasmo e voglia di continuare a mettersi in gioco da parte dei ragazzi. Quest’estate infatti 10 di loro saranno volontari peer nei centri estivi della cooperativa sociale. Questo a dimostrazione che riconoscere e dare valore ai ragazzi li aiuta a trascorrere il loro tempo coltivando le skills che poi serviranno loro nella vita.

Di seguito alcune loro testimonianze.

–All’inizio ero timorosa di questa nuova avventura, perché essendo molto timida per me è sempre stato difficile “aprirmi” con persone che io non conoscevo bene e con persone che non mi conoscevano bene. Con il passare dei giorni ho iniziato a controllare il mio timore per questa nuovo esperienza. (Alessia)

–Penso che il progetto in sé sia divertente e allo stesso tempo serio, perché si riesce ad apprendere in modo scherzoso i temi della creatività, della consapevolezza, della collaborazione, delle emozioni e dopo si giunge al momento in cui si riflette tutti insieme. Alla fine poi non tutti sono così aperti a parlare con le altre persone, in questo modo, in serenità, esce uno scambio di concetti importanti e che qualche volta possono toccare in fondo le persone, come nella prima giornata al momento delle presentazioni le educatrici ci hanno chiesto di presentarci con una serie di oggetti, e non è sempre facile parlarne. Il progetto potrebbe essere affrontato non solo dai noi giovani, ma anche dagli adulti perché tutti hanno bisogno di lavorare un po’ su sé stessi. (Aurora)

–Ho iniziato questo percorso ansiosa e negativa, ma poi fin dal primo giorno ho realizzato che questo progetto sarebbe diventato per me molto interessante e anche molto importante dal mio punto di vista morale.
In soli pochi giorni mi sento più realizzata e consapevole nella gestione delle mie emozioni e nel mio ruolo all’interno del gruppo.
Questo progetto non solo mi fa fatto ritrovare in me consapevolezza, ma ho anche trovato delle persone al mio fianco fantastiche e disponibili. (Giorgia)

–Prima di questa esperienza ero molto spaventata da questo progetto perché non sapevo che cosa mi aspettasse, ma con l’aiuto delle educatrici sono riuscita a capire come gestire le mie emozioni e ad aprirmi con altre persone che non conoscevo e a prendere più confidenza con quelle che conoscevo già. (Martina)

–Il conoscere se stessi è una cosa fondamentale: per poter trasmettere delle conoscenze ad un’altra persona bisogna sempre prima avere consapevolezza di se stessi, dei propri punti di forza e di debolezza. (Giorgia)