Dopo un anno in cui il Covid e tutte le sue conseguenze ci hanno messi a dura prova, la notizia della ZONA ROSSA ha portato alla comunità “In-Patto” un brivido. Il timore di un’esperienza già vissuta era tanto, le domande senza risposta non si contavano…eppure siamo ancora qui, con il timore di questo virus che non molla, con la stanchezza del prima e il dubbio del dopo, ma anche con un bagaglio di esperienza che ci ha resi più forti ed elastici.
Quindi siamo arrivati pronti a metterci in gioco, a riempire le giornate di attività e proposte, ad aggiustare e sistemare malfunzionamenti e malumori, e ancora una volta ci siamo lasciati sorprendere da un gruppo di ragazzi pronti ad affrontare di nuovo qualcosa di già conosciuto.
-telefono alla mano, camera organizzata che “si lo so, la dad, mi impegno, poco ma mi impegno”;
-playstation, calcetto, carte che “non si può mica solo studiare sai?! Fa male”;
-pesi, materassini, palloni che “grazie all’inventore delle comunità col giardino”;
-secchi, pennelli, pittura che “è primavera e magari dipingiamo”.
Li ASCOLTIAMO! In un linguaggio sconosciuto, in un modo fastidioso, in dei tempi inaspettati, ma loro, i ragazzi, quella generazione che a noi fa tenerezza perché “poverini gli stiamo rubando il periodo più bello”, loro lo sanno come fare e trovano il modo di dircelo. E se hanno bisogno di una dritta, di una pacca sulla spalla, di una chiacchierata serale in terrazzino (grazie anche all’inventore delle comunità col terrazzino!), di una lavata di testa qua e là, quello è compito nostro. ESSERCI, anche stanchi, tristi, preoccupati, ma con la professionalità e la preparazione necessaria per gestire, ancora una volta, un gruppo di ragazzi adolescenti nel pieno della zona rossa.
